Nomadi digitali

Giovani senza radici o precursori del domani?

Per “nomade digitale” si intende una persona che ama spostarsi spesso e si mantiene lavorando da qualsiasi località, grazie all’utilizzo di un dispositivo elettronico connesso ad internet.

La creazione di questo termine sembra discendere dal saggio  “Digital Nomad” (1997), in cui si afferma che, con l’avvento delle tecnologie dell’informazione, l’uomo sarebbe tornato all’atavica domanda: “Sono un nomade o un sedentario?”.

Si tratta, in nuce, del concetto di “location independence”, l’idea che l’essere umano non debba necessariamente stare otto ore al giorno nello stesso posto per guadagnarsi da vivere. 

L’idea che l’uomo potesse “tornare nomade” grazie alla tecnologia si può trovare in letteratura sin dagli anni 60. Tuttavia, è dal 2000 in poi che il fenomeno si fa realtà in maniera evidente.

Negli ultimi anni il numero e l’influenza dei nomadi digitali sono cresciuti in modo esponenziale.

Contestualmente, sono cresciuti i servizi per la nuova categoria: dai piani finanziari alle proposte di allettanti relocation offerte da alcuni stati, dalle app specifiche alle community reali e virtuali. 

Il nomadismo digitale ha dato nuovo impulso al turismo a basso costo, all'ampliamento delle reti internet di alcuni paesi, alla diffusione in generale di uno stile di vita connesso, compresa l'abitudine di scommettere online, per esempio sui casinò ADM selezionati tramite www.casinoitaliani.it. In qualche caso questa abitudine costituisce addirittura la principale fonte di reddito.

Ancora nel dicembre 2018, tuttavia, l’autore della “History of Digital Nomadism” poteva affermare che il fenomeno era in via di sviluppo e ancore poco noto.

Oggi, estate 2020, quella del nomade digitale è diventata una figura profetica, premonitrice di cambiamenti che potrebbero investire molti lavoratori, a livello globale.

E chi sono, questi nomadi contemporanei?

Secondo lo State of Indipendence in America Report 2019, per la componente statunitense si tratta di oltre sette milioni di cittadini: per lo più persone istruite che trovano impiego nella scrittura online, nelle proposte educative tramite web, nei servizi di marketing e design, ed in generale in diversi tipi di assistenza ad aziende e clienti.

Si stima che un 40% tra loro abbia superato i 40 anni, e che almeno il 39% del totale sia composto da donne. Una forza lavoro in crescita ben oltre i confini del Nord America, nonostante le restrizioni al movimento dovute alla pandemia del Coronavirus in corso.

È tuttavia proprio la pandemia ad aver portato alla ribalta una delle caratteristiche chiave del nomadismo digitale: il lavoro da remoto.

Questa modalità interessa ora fasce consistenti della popolazione globale, riformulando i termini del dibattito sulla gestione del tempo e sulla conciliazione famiglia-lavoro.

Siamo già (quasi) tutti digitali. In futuro, potremmo divenire tutti nomadi. O quanto meno, location indipendent.