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Gli sforzi dell'Italia per attirare il turismo giovanile

Secondo l'Organizzazione Mondiale per il Turismo, i movimenti dei giovani, intesi come i viaggiatori tra i 18 e i 26 anni, sono in costante aumento.

La tendenza risponde a dei cambiamenti sociali molto evidenti, e particolarmente in Europa: la possibilità del libero movimento nell'area Schengen, innanzitutto, e l'esistenza di numerose compagnie aeree low-cost che incontrano le necessità di trasporto di persone con budget molto ristretti, proprio come sono di norma gli studenti. È scontato, allora, che si viaggi di più "da ragazzi".

E non finisce qui, perché anche da Oltreoceano aumentano gli studenti che dopo il diploma decidono di viaggiare nel "gap year", oppure ancora si dedicano allo stile di vita nomade, lavorando col computer dai luoghi più belli del mondo.

Tutte le falle del sistema Italia

Purtroppo dispiace notare che l'Italia, intesa come governo, non aiuta molto i più giovani con la loro versione moderna del Grand Tour. Mancano iniziative capillari a livello statale, con le poche disponibili ancora troppo distribuite a macchia di leopardo, senza coprire l'intero territorio.

In più, quello che si rimprovera al governo italiano è la mancanza di comunicazione per quelle misure che invece esistono, come gli sconti nei musei statali per gli universitari europei: molti non sono a conoscenza di questa misura. Pochi anche i materiali informativi negli aeroporti, o negli ostelli.

In una nazione che sfrutta ancora così poco il proprio patrimonio culturale e artistico, ad approfittarne sono allora i privati: aumentano gli ostelli non pubblici, per rispondere all'esigenza di posti letto comodi ed economici, e si può contare sulle principali compagnie ferroviarie o di autolinee per dei trasporti scontati entro una certa fascia d'età (e non c'è solo il celebre Interrail a farla da padrone).